venerdì 28 giugno 2013

Un altro DECALOGO

"PER CHI AMA I DECALOGHI... (però possono servire...)"
dal libro di Giovanni Bollea, Le madri non sbagliano mai, 1995, Giangiacomo Feltrinelli Editore

Non basta l'affetto

Interessante è, a questo proposito, il decalogo che la famosa pedopsichiatra Susan Isaacs
suggerisce alle mamme:

  1) Non dire semplicemente "non devi fare questo" se puoi aggiungere "ma fare quest'altro".
  2) Non chiamarli "capricci" quando si tratta soltanto di cose che disturbano.
  3) Non interrompere qualsiasi cosa faccia il bambino senza dargli un preavviso.
  4) Non "portare" a passeggio il bambino, ma vai a passeggio "con" lui.
  5) Non esitare a fare delle eccezioni alle regole.
  6) Non prendere in giro il bambino e non fare dei sarcasmi: ridi con "lui", e non "di" lui.
  7) Non fare mostra del bambino agli altri e non farne un giocattolo.
  8) Non credere che il bambino capisca ciò che gli dici solo per il fatto che tu lo capisci.
  9) Mantieni le tue promesse e non farle quando sai di non poterle mantenere.
10) Non mentire e non sfuggire alle domande.

Fin qui Susan Isaacs.
La conclusione è una sola: i bambini hanno bisogno non soltanto del nostro affetto e della nostra simpatia, ma anche della nostra intelligenza e dei nostri seri e pazienti sforzi per capire la via del loro sviluppo mentale:
ecco ancora sottolineata la necessità dell'ASCOLTO.

Fin qui Giovanni Bollea.
Ora concludo con le parole di un grande maestro, Janusz Korczac, educatore, poeta, medico e libero pensatore, le cui opere e idee sono ancora poco note nel nostro paese...
Vogliamo: "Un educatore che non schiaccia ma libera, non trascina ma innalza, non opprime ma forma, non impone ma insegna, non esige ma chiede (...)"

domenica 23 giugno 2013

Il bambino impara ciò che vive

Se vive nel rimprovero, diverrà più intransigente

Se vive nell'ostilità, diverrà più aggressivo

Se vive nella derisione, diverrà più timido

Se vive nel rifiuto, diverrà uno sfiduciato

Se vive nella serenità, diverrà più equilibrato

Se vive nell'incoraggiamento, diverrà più intraprendente

Se vive nell'apprezzamento, diverrà più comprensivo

Se vive nella lealtà, diverrà più giusto

Se vive nella chiarezza, diverrà più fiducioso

Se vive nella stima, diverrà più sicuro di sé

Se vive nell'amicizia, diverrà veramente amico per il suo mondo.


Decalogo distribuito dalla Casa farmaceutica Abbott S.p.A.

Dal libro di  Giovanni Bollea, Le madri non sbagliano mai, 1995, Giangiacomo Feltrinelli Editore 

giovedì 20 giugno 2013

LA FATTORIA DIDATTICA. Una gita ideale per i bambini tra giochi, animali ed escursioni per scoprire i segreti della campagna





Il numero delle fattorie didattiche in Italia è in costante crescita, si moltiplicano i progetti di sviluppo e promozione della didattica agroambientale da parte di istituzioni e di enti privati. Si contano quasi 2000 aziende agricole e allevamenti che svolgono attività di fattorie didattiche.
Le fattorie didattiche rappresentano un luogo pedagogico vivente, uno spazio di esplorazione diretta e di esperienza, adatto per bambini e ragazzi.

Dai Paesi nordici al Mediterraneo

A inizio Novecento alcuni paesi scandinavi (Norvegia, Danimarca e Svezia) misero in pratica le idee di un movimento americano: il "Club 4H", quattro parole inglesi Head (testa), Health (salute), Heart (cuore), Hand (mani) che riassumono l'obiettivo teso ad uno sviluppo armonico dell'individuo secondo lo slogan learn to do by doing (imparare facendo). La missione del Club 4H è che tutti i bambini e i giovani crescano impegnati e responsabili nei confronti del mondo e della natura. Il club propone campi di diversi giorni, con pernottamento in fattoria e la possibilità di uscire dal rumore della città, imparando a gestire l'azienda e gli animali.
In Italia si inizia a parlare di fattorie didattiche negli anni Novanta. La nascita della prima rete di fattorie avviene nel 1997 con la "Rete delle fattorie didattiche romagnole".Oggi la maggior parte sono concentrate in Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Piemonte e Puglia.

Bambini protagonisti

Le fattorie propongono percorsi educativi sull'educazione ambientale, alimentare, al gusto e alla ruralità (alcune fattorie ad esempio mostrano la produzione di latte e formaggio, consentendo di assistere alla mungitura delle mucche) realizzabili in funzione dell'età dei bambini tra giochi, animali, escursioni ed esperienze a contatto con la natura: un magico mondo per una gita ideale per i bambini.
Gli ambienti diventano spazi di educazione al sapere. Le fattorie rappresentano infatti occasioni di apprendimento, luoghi dove imparare parole nuove, conoscere nuovi suoni e rumori, il significato di azioni e gesti legati al mondo degli animali e della natura.


Se volete organizzare una visita in una fattoria didattica, su www.fattoriedidattiche.biz  potete cercare quella più vicina.
Altre informazioni e materiale utile per organizzare la gita li trovate sul portale www.bambiniinfattoria.it.

sabato 8 giugno 2013

In equilibrio con il corpo

                                                                                                                                                               

Immagine corporea

I bambini conoscono se stessi e il mondo attraverso il corpo, si esprimono con il corpo e sperimentano quotidianamente il cambiamento, la crescita delle proprie abilità fisiche.
L'immagine corporea è ciò che i bambini sentono, vedono e pensano del proprio corpo ma è soprattutto ciò che i bambini "creano", non soltanto attraverso uno specchio, bensì attraverso gli occhi di chi li circonda, che gli consegnano un'idea positiva o insicura di sé.
Il corpo del bambino non deve mai essere ridicolizzato (NO alle prese in giro sui difetti fisici), né idealizzato (con eccessivi richiami alla bellezza e alla magrezza).
I bambini vanno nutriti con equilibrate attenzioni affinché possano integrare nella propria immagine corporea tutti gli aspetti di sé che riguardano anche la propria sfera emotiva, in nome di un graduale e sano processo di crescita psicofisica.
Viene consigliato di portare fin da piccoli i bambini in piscina: l'ambiente acquatico favorisce movimenti dolci e percezioni positive del proprio corpo.

L'atostima del bambino

L'autostima è la misura della fiducia in se stessi e nelle proprie capacità, il "mattone" principale della nostra identità che consente la scalata verso la realizzazione individuale e sociale.
Il processo per l'acquisizione dell'autostima ha origine nell'infanzia, dove si formano le basi per la costruzione di una positiva immagine di sé. Perché avvenga ciò, è necessario anzitutto che le figure di riferimento, quali per primi i genitori, ma anche educatori, insegnanti e tutti coloro con cui il bambino si confronta ogni giorno, gli comunichino stima, lo sostengano incoraggiandolo e mai squalificandolo e, soprattutto, gli offrano riscontri positivi attraverso conferme e non sterili mortificazioni o attacchi alla sua personalità.

Il bambino deve sentirsi amato di un amore che nasce da un'accettazione piena e profonda: se gli altri lo accettano, anche lui imparerà ad accettarsi; se gli altri credono in lui, anche lui imparerà a credere in sé; se infine gli altri lo amano, anche lui imparerà ad amarsi e soltanto grazie a quell'amore riuscirà a maturare la propria autostima di bambino.