sabato 2 febbraio 2013

Accogliere significa andare incontro, tranquillizzare, ascoltare, contenere e verbalizzare le emozioni... (G. Marchioli, S. Vigoni, Vita quotidiana al nido. I contesti di cura, La Scuola, Brescia 2007)



L'accoglienza quotidiana rappresenta tutto l'insieme delle azioni che vengono messe in atto per facilitare il momento della separazione tra bambino e genitore. E' uno dei momenti emotivamente più forti, ricchi di significato e sentimenti per il bambino e per i genitori, i quali vanno rispettati ma anche, a volte, guidati e sostenuti con competenza. E' fondamentale creare un clima accogliente per stabilire rapporti di fiducia che si consolidano nel tempo; bisogna saper ascoltare e accogliere dubbi e certezze, sospendendo il giudizio. Anche per i bambini è determinante essere riconosciuti nelle proprie unicità e originalità a partire dal saluto per nome, con la ripresa di abitudini e rituali che creano un ponte con il mondo familiare, nonché la possibilità di tenere con sé un oggetto al quale si è affezionati. L'ingresso al nido è uno sforzo di autonomia che è richiesto in ugual misura al bambino come ai genitori.


Qua la mano!

Percorso didattico finalizzato al raggiungimento dell'autonomia nel momento del distacco rivolto ai bambini della fascia 12-24 mesi, quando si sono conclusi gli inserimenti e l'ambientamento è completato.


Obiettivi generali
  • Creare un clima di accoglienza.
  • Favorire il separarsi e l'affidarsi.
  • Rafforzare il legame di fiducia tra bambino ed educatore.
Obiettivi specifici
  • Il bambino saluta il genitore.
  • Il bambino entra da solo.
  • Il bambino si stacca dall'oggetto transizionale.

Descrizione dell'attività

L'educatore all'arrivo del bambino gli va incontro e lo saluta; gli presenta un personaggio - il papero Qua (burattino) - che lo vuole accompagnare nella sua nuova giornata al nido. Qua è birichino, ma anche dolce e affettuoso e lo accompagnerà per tutto l'anno. Ogni giorno porta un pacco regalo al nido con delle sorprese che il bambino deve scoprire con lui. Dentro al pacco vengono messi degli indizi che saranno al centro dell'attività della giornata (ad es. un libro da leggere insieme, una crema, un foulard, un pacco di farina, ecc.). Se il bambino è disponibile, saluta il genitore e va da solo ad aprire il pacco oppure viene invitato ad aiutare l'educatore a farlo. Se il bambino non è disponibile, viene preso dall'educatore che cercherà di rassicurarlo coccolandolo usando il burattino morbido sul corpo del bambino, anche sedendosi a terra con lui in un angolo creato ad hoc per l'accoglienza. E' facile che più bambini arrivino contemporaneamente e allora bisogna gestire l'apertura del pacco insieme. Una volta che i bambini hanno capito il rituale, il pacco può essere nascosto in modo tale da incoraggiare il piccolo ad avviarsi per ricercare la nuova sorpresa. Successivamente, si potrà aspettare che arrivino tutti per aprire il pacco insieme e il rito allora sarà molto scenico con  musica e rulli di tamburo.

Eventuali piste di sviluppo ulteriore

Il momento del saluto all'accoglienza è molto delicato e difficile sia per le tematiche emotivo-affettive che mette in moto, sia perché i bambini arrivano in orari diversi tra loro, con modalità di gestione familiare molto variegate. Il rispetto dei tempi dei bambini è poco praticabile dai genitori, specialmente al matino, molte volte i bambini sono al centro di un vortice che li proietta velocemente dal letto al nido.
Lo sviluppo dell'attività si può immaginare per il ricongiungimento, che non è meno impegnativo e fonte di ansie e stress familiari. Si potrebbe pensare che il personaggio che accoglie al mattino saluti anche nel successivo commiato, magari lasciando qualcosa al bambino da portare a casa per facilitare e creare un ponte emotivo tra nido e famiglia.

Foto di Stephanie Robin

Unità educativa - focus tematico: ACCOGLIENZA.


Che cos'è un bambino?

Un bambino ha piccole mani, piccoli piedi e piccole orecchie,
ma non per questo ha idee piccole.
Le idee dei bambini a volte sono grandissime,
divertono i grandi,
fanno loro spalancare la bocca e dire: " Ah!"

Beatrice Alemagna

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